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incontro fortuito (?)

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. james potter .
view post Posted on 13/11/2012, 14:48




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Da che mondo era mondo io avevo sempre avuto un gran cuore. James Potter era famoso per esser colui i cui sentimenti erano così palesi da sembrar una mappa aperta. Insomma, ai miei migliori amici bastava un’occhiata per comprender cosa mi passasse per la capoccia. La questione che fossi attratto da Lily Evans, poi, era di pubblico dominio. Quei suoi capelli color carota mi facevano uscire di testa, per non parlare degli occhi così verdi e ipnotici. Il vecchio Ruf mi aveva beccato parecchie volte a fantasticare con la bocca spalancata. Ma non era questo il problema. Il reale problema era che io non piacevo a Lily Evans e lei non aveva la benché minima intenzione di rivolgermi la parola, dopo le diverse marachelle che avevo escogitato contro Snivellus. Quel ragazzo era ciò di più antipatico, che ci fosse in tutto il mondo magico. Non riuscivo ancora a capire come potessero essere amici. Un tipo del genere, unto, sudicio, sempre sulle sue, con la puzza sotto il naso. Mi faceva semplicemente venire il voltastomaco. Le avevo provate tutte, ma a quanto pareva screditarlo agli occhi della Evans, non faceva altro che allontanarla da me. Ne avevo parlato con Remus e Sirius ed era stato come se avessi un angelo su una spalla e un diavolo sull’altra, ma alla fine eravamo arrivati ad una conclusione. Avevamo avuto un’idea brillante e onestamente non mi dispiaceva affatto. Entrai in Sala Grande insieme a Sirius e gli diedi una pacca sulla spalla, prima di tirargli il cravattino e legarmelo al polso. Sarebbe stato mio per un paio d’ore, giusto il tempo di procurargli una bella punizione. Odiavo andarci da solo. In compagnia era molto più divertente. Gli feci l’occhiolino, per ricordargli che andava tutto bene e poi invece di seguirlo verso il tavolo di grifondoro, cambiai strada. Percepivo gli occhi di parecchie ragazzine puntate su di me. Era risaputo che ad Hogwarts fossi una sorta di “belloccio” della situazione e vedevo persino alcune studentesse sospirare al mio passaggio, ma non me n’era mai importato. Tuttavia, mi piaceva vantarmene. Ero fatto così, sin da piccolo. Nascere in una famiglia come la mia, significava essere un serpeverde mancato, ma attenzione, io ero l’esatto opposto di quella gente. Anche se in quell’esatto momento era proprio il tavolo dei verde argento che puntavo. Senza degnare nemmeno di uno sguardo i miei compagni di casata, mi avvicinai a due ragazze, che si zittirono e mi fissarono interrogative. Beatrix, scusa, potresti … Le feci segno di spostarsi e lei con le gote arrossate esaudì il mio desiderio in un nano secondo. Alcune occhiatine interrogative di vari studenti si fossilizzarono su di me, ma dal canto mio l’obiettivo prefissato era più allettante da osservare. Ingoiai un po’ di saliva e poi mi voltai verso quella signorina dai lunghi capelli castano scuri, il profilo piccolo e gli occhi azzurri come il cielo. Le sorrisi, come se ci conoscessimo da una vita e poi, appoggiai il gomito al tavolo, facendo pressione con il palmo sulla guancia sinistra. Greengrass mangiamo insieme oggi ? Ho sentito dire che ti piace l’arrosto e guarda caso gli elfi mi hanno informato che c’è proprio quello per pranzo. Arrosto più Mossi la mano destra verso il mio petto, indicandomi. piacevole compagnia uguale giornata super bella. Aggiunsi tranquillo e soddisfatto del mio discorso.
 
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annie‚
view post Posted on 13/11/2012, 16:39




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Le giornate al castello procedevano ormai sempre allo stesso modo. Lezioni, studio, pranzi e cene in sala grande e poi la sera tutti in sala comune, chi a finire all’ultimo minuto i compiti, chi a ronfare sonoramente e senza ritegno sui divani e chi a passare il tempo giocando a scacchi magici, che io ritenevo di una noia assurda. E poi c’era chi, come me, passava le serate a chiacchierare del più e del meno di ciò che succedeva al castello. Anzi, per lo più io ascoltavo ciò che le altre avevano da dire e solo ogni tanto dicevo la mia opinione, anche perché non è che mi interessava sapere dei fatti degli altri. Avevo giù le mie grane per la testa. Beh, quel giorno le cose stavano andando allo stesso modo dei precedenti. Avevo seguito tutte le lezioni, avevo dato uno zellino ad un Tassorosso del primo anno che come sempre mi portava i libri da un’aula all’altra, risparmiandomi la fatica –beh, avevo una famiglia ricca, potevo permettermi certe spese.
E lui era anche contento della cosa, una volta lo avevo visto vantarsi con dei suoi compagni di casata che quella mattina aveva passeggiato per il corridoio con me. Sicuramente nella sua testa eravamo diventati grandi amici, ah, povero illuso. Di certo non ero una persona che spargeva la sua amicizia in giro come se fosse polvere di fata, anzi, ero molto attenta alle persone che mi circondavano. Il risultato? Le persone di cui mi potevo fidare si potevano contare sulle dita di una sola mano. E insomma, ero una serpeverde, che passava parecchio tempo in compagnia dei suoi simili, non eravamo certo gente di cui ci si poteva fidare. Lo sapevano tutti. Ma senz’altro eravamo la casata migliore dell’intero castello.
Ma ritornando alla mia giornata. Dopo le lezioni, raggiunsi la sala grande per mangiare, finalmente. Molte persone si impressionavano per la quantità di cibo che riuscissi a mandare giù, dato che ero secca come un chiodo. Fortuna, dicevo io, che non capita a tutti.
Andai ad accomodarmi al solito posto, accanto alle solite persone. Mi sedetti composta, come ero solita fare, e mi passai le mani sulla gonna della divisa, sistemandola per evitare occhiate furtive da parte dei ragazzi verso le mie gambe. Capitava spesso, ma non appena li beccavo, lanciavo loro delle occhiate fulminanti che riuscivano a fargli abbassare la testa, in silenzio ed anche parecchio imbarazzati. Cominciai ad ascoltare distrattamente le ragazze che, a quanto pareva, parlavano di una ragazza di Corvonero che non ero riuscita a capire cosa avesse combinato perché si ammutolirono improvvisamente. Al che alzai lo sguardo per capire come mai tale reazione, decisamente esagerata. Anche perché a causarla era stato James Potter, un ragazzo di Grifondoro che piaceva parecchio alla maggior parte delle ragazzine del castello, e lui lo sapeva. La sottoscritta non lo considerava maluccio, ma certamente non mi sarei comportata come tutte quelle ochette che mi circondavano. Ad alcune serviva sul serio un contenitore per raccogliere la bava che stavano sbrodolando. Il ragazzo si era diretto proprio al nostro tavolo, sorprendendo tutti, anche a me, a dir la verità. In breve prese posto accanto a me e gli rivolsi un’occhiata interrogativa, domandandomi tra me e me, che diavolo volesse. Ascoltai curiosa la sua proposta, poi mi venne da sorridere e scossi la testa, in segno di rassegnazione.

Per tua fortuna, oggi non ho niente di meglio da fare, perciò..

Feci spallucce, non c’era bisogno di continuare la frase per far capire la mia risposta. Quella scenetta causò parecchi sguardi di invidia in mia direzione e la cosa mi faceva parecchio sorridere e sentire soddisfatta.

Sei così sicuro di te, Potter. Cosa ti fa pensare che potrei considerarti una piacevole compagnia?
 
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. james potter .
view post Posted on 18/11/2012, 13:05




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Anne Greengrass. C’erano molte voci sul suo conto: purosangue, carina, problemi in famiglia, con un briciolo di coraggio e piena di iniziativa. Era perfetta per me, contando che di solito le ragazze come lei si trovavo bene con gli scapestrati come me. A dir la verità, mio padre conosceva tutti i pezzi grossi di serpeverde, compresi i suoi genitori e nonostante fossi finito a Grifondoro, ogni volta che tornavo in estate a casa invitava gente a casa e dovevo subirmene un paio. Far parte di un antica famiglia purosangue con tanto di genitori vecchi non era poi così piacevole. Ed eccomi arrivare e stravolgere tutti i loro piani. Un farabutto, uno scansafatiche che finiva sempre in punizione e se la rideva alla grande per ogni situazione ridicola. Punire Snivellus era diventato un po’ una fissazione, non solo per colpa di Lily, ma soprattutto per quello, che mi disse il primo giorno di scuola sull’espresso per Hogwarts. Lo puntai e non potetti far a meno di fargli vedere di che pasta fosse un grifondoro. Era diventata quasi una sfida mostrargli, che solo perché era un serpeverde non significava essere importante. Ma approposito di importanza, quella ragazza lo era parecchio in quel momento.Molti credevano che fossi un don giovanni e non nascondevo che in realtà lo fossi, ma non volevo usarla solo per i miei diabolici piani. Conoscere Anne voleva dire anche farsi una nuova amica o conoscente e io non ero razzista sui verde argento, tranne per Snape. Insomma, ci ero cresciuto assieme praticamente. Abbassai la mano dal petto, dopo essermelo puntato a lungo, e le rivolsi un altro dei miei sorrisi audaci.

Ma guarda un po’ a quanto pare sono il ragazzo più fortunato del castello oggi.

Aggiunsi, lanciando una rapida occhiata intorno. C’era praticamente mezza Hogwarts che non ci staccava gli occhi di dosso. Eravamo ufficialmente divenuti l’argomento del gossip giornaliero. Mi passai una mano tra i ricci ribelli e aggiustai un ciuffo che continuava a penzolarmi davanti agli occhi. Fu in quel preciso momento che i piatti si riempirono di pietanze e non appena adocchiai il pollo in lontananza, mi sollevai e afferrai il grosso vassoio.

Coscia o petto ?

Le fissai il corpo, studiandola bene per la prima volta e dovetti rendermi conto che in effetti non era niente male. Tra le varie ragazze che mi avevano proposto Sirius e Remus avevo scelto immediatamente lei non solo per le voci che giravano, ma anche perché ricordavo che un paio di volte le avevo osservato gli occhi azzurri e i capelli castani color del cioccolato come i miei. E ora, facendo più attenzione, notavo parecchi particolari che mi erano sfuggiti e non potevo far altro che gioire. Aveva un fisico da favola.

Petto, direi e non picchiarmi, ma hai delle cosce bellissime. Quindi riempiamo altro.

Deciso e coinciso, lo ero sempre stato. Mi avvicinai ancora di più a lei e le riempii il vassoio. Le porsi il petto del pollo e con grazia feci scivolare anche un po’ di quel sughetto tipico con gli aromi. Poi, feci lo stesso con le patate al forno. Io, invece, presi la coscia. Era più croccante e mi piaceva parecchio sgranocchiare. Mi rimisi comodo sulla panca e le rivolsi un altro sorriso bonario.

Quale ragazzo ti ha mai servito da mangiare in questo modo ? Guarda, potrei essere il tuo elfo personale, potrei imboccarti persino se me lo permetti.

Aggiunsi, cercando di assumere un tono di galanteria, che mi usciva anche parecchio bene. Afferrai un calice di succo di zucca e lo portai alle labbra. Alla mia destra c’erano qualcuno che mi stava praticamente facendo fuori. Sentivo i suoi occhi perforarmi il busto, così mi decisi a vedere di chi si trattava : Regulus Black. Il fratellone di Sirius era sempre stato un tipo taciturno e l’avevo visto anche parlottare di noi con alcuni della sua casata. Ora che diavolo voleva ? Era geloso ? Un momento, i suoi occhi si spostarono su Anne.

Dimmi Greengrass per caso hai uno spasimante segreto ? Perché Black non smette di guardarci.
 
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annie‚
view post Posted on 15/12/2012, 00:18




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Non amavo molto stare al centro dell’attenzione. Anzi, diciamo pure che lo odiavo. Odiavo avere tutti gli sguardi puntati addosso, perché odiavo che la gente si facesse gli affari miei. Odiavo poi il fatto che potessero parlare di me perché, si sa, le voci girano e cambiano ogni volta che cambiano bocca. Per questo mi limitavo sempre a stare più o meno in disparte, e a tenere per me tutto quello che facevo, che fosse stato un ragazzo o semplicemente quello che facevo durante i pomeriggi liberi. Ma con Potter seduto al tavolo dei Serpeverde, beh, tutto quello che avevo sempre odiato era inevitabile. Eppure, stranamente, la cosa non mi dispiaceva. Alcuni sguardi erano sì curiosi di sapere che diavolo ci facesse un Grifondoro seduto accanto a me, ma la maggior parte, quelli delle ragazze, erano sguardi carichi d’invidia. Adoravo essere invidiata, sapete? Certo, non è una bella cosa, ma insomma, se fossi stata buona, gentile e carina, e anche un po’ stupida, sarei finita tra i Tassorosso. Avevo passato circa metà della mia vita, ed avendo quindici anni era parecchio, ad invidiare ogni singola persona ad Hogwarts. Loro non lo potevano immaginare, perché non facevo trasparire determinate – anzi nessuna - emozioni, ma avevo sempre invidiato chi avesse una bella famiglia, legata e piena d’amore. Avevo invidiato anche chi veniva amato o semplicemente chi provasse dei sentimenti. Perché io mi sentivo spenta, impassibile, come se fossi stata consumata. Avevo dato troppo a chi non meritava, quindi perché ripetere l’errore? Quel giorno però mi sentivo parecchio soddisfatta. Non era la prima volta che un ragazzo mi degnasse di attenzione, quelli erano molti – ero consapevole della mia bellezza, ma non ne facevo un vanto. Ma era una delle poche volte in cui io gli stavo dando corda. E poi stavamo parlando di James Potter, non di uno qualunque. Stavo parlando con uno dei ragazzi forse più fighi della scuola, uno di quelli che grazie al suo modo di fare era capace di sciogliere una ragazza solo con lo sguardo. Aveva parecchie pretendenti al castello e lui ne era consapevole. Perché era il solito Grifondoro sicuro e pieno di sé, insomma l’esemplare perfetto di quella casata. Soprattutto molto diverso da me, forse l’unica cosa che avevamo in comune era avere il sangue puro. Ma forse proprio per questo due persone posso andare d’accordo, perché si è diversi. Credevo che non avrei mai potuto sopportare una persona simile a me. Non avrei retto tutti quei difetti che ero consapevole di possedere.
Si dice che gli opposti si attraggono, ed io credevo che fosse vero. In quel modo due persone totalmente diverse andavano a completarsi. L’anima gemella, la metà della mela e altre cavolate varie. Ma tutto questo era fin troppo serio e profondo per quella situazione.
Quanto a Potter, gli rivolsi un sorriso sghembo che diede al mio volto un’aria da furbetta. Avevo deciso di stare al gioco, perché per di quello si trattava al momento, poi chissà. Una delle tante cose che adoravo di me stessa, era l’essere con i piedi per terra. Non passavo il mio tempo a fantasticare su come sarebbe stata la mia vita se avessi fatto una cosa, piuttosto che un’altra. Accettavo la realtà così come mi veniva offerta e non programmavo nulla, perché sicuramente qualcosa sarebbe andato storto.
Finalmente i piatti si riempirono, avevo una fame assurda quel giorno. Ma qualcosa mi disse che non sarebbe stato facile mangiare, con Potter affianco.

Puoi dirlo forte.

Risposi con tono da persona molto sicura di sé alla sua affermazione sull’essere fortunato. Diedi una rapida sistemata ai miei lunghi capelli, togliendoli dal viso e portandomeli di lato, prima di poter finalmente riempire il piatto. Ma le parole di James mi fermarono, cariche di insolenza. Fossi stata una ragazzina qualunque, a quel suo apprezzamento, avrei risposto con un sonoro schiaffone ed avrei cambiato posto. Avevo visto persone farlo, eh. Invece io mi sentivo particolarmente lusingata. Scusate, fare complimenti alle gambe non era come fare complimenti agli occhi? Sempre si trattava di una parte del proprio corpo, fin quando non erano volgari, erano pur sempre complimenti. Allora sorrisi soddisfatta e lasciai che Potter mi servisse il petto di pollo, come aveva deciso lui.

Hai ragione, il troppo storpia.

Dissi ironica, e comunque preferivo davvero il petto. Avrei potuto mangiarlo tranquillamente, senza finire col sembrare una selvaggia. Aspettai che anche lui si riempisse il piatto, così da poter cominciare a mangiare insieme. Presi coltello e forchetta per affettare il petto di pollo e poter mangiarne il primo pezzettino.

Nessuno, Potter, sei l’unico devo ammetterlo. E sai potrei approfittarne.. Quando potrà mai capitare di nuovo di essere imboccata da te?

Usai un tono provocatorio, quindi, posai forchetta e coltello che avevo precedentemente sollevato, come segno che non avrei fatto un bel nulla quel giorno. Ma sì, diamo spettacolo, ormai..
James mi fece notare Regulus che ci osservava dall’altro lato del tavolo, agitai la mano in segno di saluto e gli sorrisi. Evidentemente Potter non gli andava a genio e si stava domandando che diavolo stessimo combinando, visto che tutti ci osservavano. Ma gli feci segno che era tutto okay.

Oh, tranquillo, pensava solo di farti fuori, ma gli dirò che non ne vale la pena. – Scherzai. - E, per la cronaca, è solo un mio amico.

 
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